Roger Ballen – The Theatre of Apparitions, Artribune

SPAZIO EVENTI LA TOLETTA 20/09/2024 – 20/11/2024


The Theatre of Apparitions, la più nota opera sperimentale del fotografo di culto Roger Ballen (NY 1950), e della sua direttrice artistica Marguerite Rossouw, torna a Venezia.

 

Comunicato stampa

The Theatre of Apparitions, la più nota opera sperimentale del fotografo di culto Roger Ballen (NY 1950), e della sua direttrice artistica Marguerite Rossouw, torna a Venezia dal 20 settembre al 20 novembre 2024 allo SpazioEventi della libreria La Toletta, in collaborazione con Galleria Alice Schanzer, promotrice dell’Evento, dopo essere stata esposta, in altra versione, sulle raffinate lightbox del Padiglione Sudafrica alla Biennale Arte 2022.
La serie di opere scelte per la mostra ROGER BALLEN. Apparitions in Venice, consiste in una selezione di sedici straordinarie foto d’autore che appaiono nel ventre immaginifico dello SpazioEventi della storica Libreria Toletta, sito in Fondamenta di Borgo, individuate visivamente dal light design ad alta definizione dello spazio rivestito di libri e scaffalature.
La qualità immersiva dell’esposizione è esaltata dalla colonna sonora della compositrice sudafricana Cobi van Tonder che, con l’opera musicale site-specific Cross the Abyss rende lo spazio espositivo pulsante e denso di lievissime vibrazioni, diffondendo nell’ambiente la fisicità di un suono elettronico sublimato, sintetizzato, stratificato e dialogante con le Apparizioni fotografiche sospese nell’oscurità, riflettendone brusii, voci, luci, ombre, sussurri, grida e movimenti improvvisi.

Le Apparitions veneziane sono tratte da fotografie scattate tra il 2005 e il 2013. In collaborazione con il suo direttore artistico, Marguerite Rossouw, ha ricreato sulle finestre di un edificio di Johannesburg una fantasmagorica serie iconografica ottenuta fissando fluidi iridescenti e concrezioni sottilmente granulose sul fondo di vetro annerito, per mezzo di tecniche miste: vernice a spruzzo, resine epossidiche, emulsioni e pennelli. Dai depositi materici l’artista ricava forme archetipali, ectoplasmiche e oltremondane provenienti direttamente dalla camera oscura del proprio subconscio.

 

Nel periodo in cui lavoravamo a queste immagini, procedevamo sperimentando nuovi territori. Andando per tentativi e utilizzando diverse tecniche, e infine siamo riusciti a determinare un metodo di ricerca che ci ha dato la chiave d’accesso all’immaginario di una nuova dimensione. Quest’ultimo è stato assimilato ai dipinti delle caverne preistoriche, dove venivano raffigurati pensieri ed emozioni. Le forme raramente erano frutto di un disegno, ma invece risultavano da un processo spontaneo in cui la scelta dei materiali talvolta dava esiti magici e altrimenti inconcepibili. Queste figurazioni hanno in comune una completa assenza di consapevolezza e sono tutte nate da ciò che è insopportabile, inaccettabile e anche solo impensabile
– Roger Ballen

Tale è il ‘Ballenesque’, un teatro surreale formato da figure che interagiscono psichicamente con inconsapevolezza, in maniera arcaica, personificando grappoli di pensieri, di vita, di morte, impulsi ed emozioni inesprimibili.
Tali proiezioni della mente primitiva, che emergono dal flusso di coscienza di Roger Ballen, sfoggiano un’umoristica kermesse di archetipi freudiani in un dialogo “crudele” oscillante tra le poetiche di Artaud e di Lacan.

The Theatre of Apparitions aspira ad abbattere le barriere della separatività e a creare un rapporto profondo con il fruitore, in cui s’investigano le origini comuni negli abissi notturni dell’universo. Un cosmo che si manifesta in quanto apparenza creata dalla mente allo stesso modo in cui, nell’arte fotografica, la luce fa emergere dalla materia corpuscolare l’immagine generata nella camera obscura.
E’ certamente stata concepita in tal senso l’incantevole architettura di suono e immagine che avvolge e rapisce il fruitore della mostra ROGER BALLEN. Apparitions in Venice.

Roberta Reali

 

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